sindrome da fatica cronica

Sindrome da fatica cronica: cos’è, sintomi e cure

La sindrome da fatica cronica, conosciuta anche con il nome di encefalomielite mialgica, è una malattia particolarmente recente e particolarmente difficile da diagnosticare. Si tratta, infatti, di una malattia che presenta sintomi spesso sottovalutati, come la stanchezza continua.

Altri sintomi associati a questa malattia possono risultare particolarmente invalidanti, ma spesso non associati alla sindrome da fatica cronica. La malattia risulta essere più frequente nelle donne, ma nonostante ciò può colpire qualsiasi individuo, soprattutto quelli che comprendono la fascia di età che vai dai 20 ai 40 anni.

Solitamente, questa malattia è legata alla presenza di altre patologie degenerative, come la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica, ma anche altre patologie come l’Alzheimer e il Parkinson.

Che cos’è la sindrome da fatica cronica

La sindrome da stanchezza cronica risulta essere un disturbo molto complicato, sia da diagnosticare sia da curare. La sindrome da stanchezza cronica è contraddistinta da sintomi come il senso di fatica persistente e apparentemente privo di motivi.

Cause da sindrome da stanchezza cronica Descrizione
Difetti del sistema immunitario Il sistema immunitario di alcune persone malati di questa sindrome funziona in maniera poco adeguata. Non è del tutto chiaro però quale sia il rapporto tra le due situazioni anomale.
Sbilanciamenti ormonali. Un numero generoso di persone affette da sindrome da stanchezza cronica ha valori anomali di ormoni, pertanto presente degli sbilanciamenti di tipo ormonale
Infezioni di tipo virale. Molti pazienti con questa sindrome hanno sofferto, in precedenza di alcune malattie di tipo virali. I virus interessati sono di Epstein-Barr, l’Herpesvirus umano e il virus della leucemia del topo.

Chi è affetto da questa malattia, solitamente non soffre di alcuna patologia e non trae alcun beneficio dal riposo, anche se si tratta di periodi di sonno lunghi e intensi. Le cause legate alla presenza e sviluppo di questa sindrome sono al giorno d’oggi ancora sconosciute, nonostante gli esperti abbiano formulato e identificato varie ipotesi, però non hanno ancora esaminato e analizzato abbastanza casi per poter avere ulteriori conferme scientifiche.

La sindrome da stanchezza cronica presenta altri sintomi, oltre appunti al sentirsi sempre stanchi. I pazienti che presentano questa sindrome, infatti, lamentano la presenza di altri disturbi, che reputano molto simili ai sintomi di un’influenza.

La sindrome da stanchezza cronica, conosciuta anche con il nome di sindrome da fatica cronica, CFS o encefalomielite mialgica, risulta essere un disturbo molto complesso, caratterizzato da sintomi come senso di fatica persistente, inspiegabile e non alleviabile in nessuna circostanza. Chi ne soffre, infatti, non riesce in alcun modo a migliorare la propria condizione, ed è costretta a vivere uno stato di malessere continuo legato all’estrema stanchezza che rende impossibile svolgere anche le attività più semplici.

Non è raro, infatti, che le persone affette da questa sindrome soffrano anche di depressione maggiore, e che quindi passino la maggior parte del loro tempo a dormire o semplicemente a riposo.

Sintomi principali

La sindrome da stanchezza cronica può presentare diversi sintomi, ma il sintomo principale risulta essere il senso di fatica persistente. Insieme a questo sintomo, già abbastanza invalidante, sono presenti altri sintomi, relativamente minori, ma non per questo da non considerare o minimizzare.

Questi sintomi risultano essere anch’essi cronici, e ricordano notevolmente i sintomi attribuibili ad un’influenza. Questi sintomi sono solitamente presenti in concomitanza, e sono:

  • Deficit di memoria e concentrazione;
  • Dolore muscolare, ovvero mialgia, senza motivo;
  • Mal di gola presente in maniera frequente o ricorrente;
  • Linfonodi ingrossati soprattutto quelli presenti sul collo e sulle ascelle;
  • Mal di testa molto intensi, insieme ad emicranie a grappolo o ad areola;
  • Dolore alle articolazioni, soprattutto quelle di mani e piedi;
  • Sonno non ristoratore, ovvero una tipologia di sonno che non dà alcun beneficio all’organismo;
  • Stanchezza intensa e prolungata, anche dopo che sono trascorse più di 24 ore dall’ultimo sforzo fisico o mentale.

I pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica che sono stati sottoposti ad analisi e sperimentazioni, descrivono questo senso di fatica provato non come semplice stanchezza, ma come una sensazione di sfinimento, spossatezza e totale assenza di energie. Queste sensazioni, inoltre, sembrano non poter essere allevabili in alcun modo, e tendono a peggiorare notevolmente dopo che l’individuo che soffre di questa patologia ha svolto attività fisica o mentale, leggera o intensa che sia.

Gli individui esaminati, inoltre, hanno affermato anche che la stanchezza dovuta agli sforzi fisici o mentali non viene avvertita subito, ma anzi si presenta dopo vari giorni dall’avvenuto esercizio fisico o mentale che sia, rendendo tutto ancora più difficile da affrontare.

Diagnosi della sindrome da fatica cronica

Sfortunatamente, effettuare la diagnosi per la sindrome da stanchezza cronica non è attualmente possibile, in quanto non esiste un test diagnostico specifico per determinare la presenza della sindrome da stanchezza cronica. Nonostante ciò, è comunque possibile capire se una persona è affetta o meno da questa tipologia di malattia altamente invalidante.

Quindi, per stabilire se una persona è affetta o meno dalla sindrome da stanchezza cronica, il medico curante deve escludere tutte le altre malattie che possono provocare i sintomi relativi alla sindrome, come appunto il senso di fatica cronica e persistente. In seguito, sempre il medico procederà analizzando gli altri eventuali sintomi che affliggono il paziente.

Il medico, quindi, prima di diagnosticare la sindrome da stanchezza cronica, dovrà escludere tutte le altre malattie che presentano sintomi simili, e non risultano essere poche. Alcune malattie che presentano disturbi simili, e quindi erroneamente diagnosticate, possono essere:

  • Disturbi del sonno, come ad esempio la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, la sindrome delle gambe senza riposo, l’insonnia o il sonno interrotto.
  • Malattie legate a malassorbimenti, malnutrizione o metaboliche, come l’anemia, il diabete e l’ipotiroidismo.
  • Malattie legate alla sfera psicologica e mentale, come la depressione, l’ansia, il disturbo bipolare e la schizofrenia.

Se si sospetta della presenza di queste condizioni psicologiche che hanno ripercussioni fisiche, è consigliabile il consulto con uno specialista del settore, come uno psicologo o uno psichiatra.

Cure principali

Sfortunatamente, al giorno d’oggi, in quanto non esistono criteri equivalenti per poter diagnosticare questa sindrome, non esiste nemmeno alcuna cura specifica che permetta di guarire dalla sindrome da stanchezza cronica. Ciò non significa che le persone affette da questa spiacevole malattia debbano sentirsi abbandonate dalla vita o rassegnate all’idea di sentirsi sempre stanche, depresse e demoralizzate.

sindrome da fatica cronica

È possibile, infatti, ricorrere all’utilizzo di rimedi e strategie terapeutiche che mirano ad attenuare i sintomi legati a questa malattia, rendendo la vita delle persone affette dalla sindrome da stanchezza cronica più facile e gestibile. Una di queste strategie prende il nome di terapia cognitivo-comportamentale.

Lo scopo di questa terapia è quello di insegnare al paziente afflitto dalla sindrome da stanchezza cronica a capire la malattia di cui soffre e a riconoscere i sintomi, in modo da poterli gestire principalmente con la forza mentale, più che fisica. Questa tipologia di terapia, solitamente, viene utilizzata per trattare malattie di origine mentale, ma alcuni medici hanno notato che risulta essere efficace, in determinati pazienti, anche per gestire questa tipologia di sindrome.

La terapia non risulta, però, essere efficiente per tutti i pazienti. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato che solo alcune tipologie di pazienti reagisce bene alla terapia cognitivo-comportamentale, riuscendo ad individuare i sintomi e ad affrontarli nel migliore dei modi. Altri pazienti, invece, non riescono ad isolare ed affrontare i sintomi della malattia, e hanno bisogno di approcci diversi.

Cause

Come detto, le cause che portano allo sviluppo della sindrome da stanchezza cronica non sono ancora ben note. I ricercatori, però, sono riusciti ad isolare alcune patologie presenti nei pazienti affetti da questa sindrome, che sono risultate essere comuni a molti dei pazienti esaminati.

I vari disturbi e le varie patologie prese in considerazione dai ricercatori, fino ad oggi, sono:

  • Infezioni di tipo virale: Molti individui affetti dalla sindrome da stanchezza cronica esaminati, hanno confermato di aver contratto in passato infezioni di tipo virale, come ad esempio la mononucleosi.
  • Difetti del sistema immunitario: Alcune persone affette da questa sindrome hanno dimostrato di avere un sistema immunitario che non lavora in maniera adeguata. Le loro difese immunitarie, infatti, risultavano essere o troppo basse o troppo alte rispetto agli standard riscontrati in un individuo sano affetto da alcuna patologia.
  • Problemi di natura psicologica: Molti degli individui esaminati, soprattutto le donne, hanno confermato di aver sofferto in passato, o di soffrire ancora, di forte stress o ansia.

Gli esami del sangue da effettuare in caso di eccessiva stanchezza

In caso di eccessiva stanchezza, per escludere la presenza della sindrome da stanchezza cronica, è possibile che il medico curante proponga di eseguire uno screening del sangue, che consiste nella semplice analisi di laboratorio del sangue tramite prelievo venoso. Lo screening non risulta essere particolarmente fastidioso, in quanto si tratta semplicemente di un prelievo ematico. I valori che dovranno essere controllati e che risulteranno essere un campanello d’allarme nel caso in cui dovessero risultare alterati, sono i seguenti:

  • Emocromo,
  • Vitamina B12,
  • Acido folico,
  • Sideremia,
  • Transferrina,
  • Ferritina,
  • Azotemia.
  • Elettroforesi dell’emoglobine,
  • Citomegalovirus,
  • Virus Epstein-Barr.

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